Riaprire
Il progetto fotografico #MariAperti… si è riaperto.
Quest’estate si sono spalancati davanti a me gli abissi delle basse maree di Bretagna e Normandia, spazi di impermanenza, cicli di vuoti e pieni spaventosi e bellissimi, dove il mare si ritira per lasciare posto a una distesa di sabbia che imita il deserto – a un incantevole inganno.
Ho avuto l’impulso di ricominciare a raccontare quella dimensione con gli strumenti della mia fotografia, che negli anni è diventata ancora più rarefatta.
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Il lupo e cappuccetto rosso, nell’opera di El Niño 76 che si affaccia sul fiume, sulla destra, sembrano dare il benvenuto all’inferno.
Post industriale
Charleroi è un posto talmente ostile che sembra la parodia della città malfamata, sembra Gotham City. Non c’è nessuno in giro, solo pochi soggetti malandati, o pessimi; in genere uomini. Le piazze sono sventrate, come a L’Aquila. I negozi vuoti. I palazzi inagibili e grigi. Questo viale tra la stazione e il fiume è l’unico in cui mi sia sentita di tirare fuori la macchina fotografica.
La città ha tassi di disoccupazione molto alti, e quasi la metà della popolazione non ha un titolo di studio. Non ero mai stata in un luogo così deprimente, così perduto.
Non sempre
Secondo Kiki Smith, quando fai il ritratto a una persona giovane è tutta luce, e dopo i quarant’anni le cose cambiano. Beh, non sempre.
Spaghetti western
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Quasi un’opera di Luigi Ghirri
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#femminismi
Più che scattarla, più che lavorarla, è quando la stampo, una foto, che comincia a esistere. E la sua esistenza, i primi giorni, mi dà una smania felice che corre per la casa come una scimmia.