«l’arte accade, come la vita»

Nel romanzo «Kassel non invita alla logica» l’autore, Enrique Vila-Matas, racconta della sua bizzarra esperienza a Documenta, la mostra d’arte contemporanea che si tiene ogni cinque anni a Kassel. Convinto a partecipare dalle affascinanti curatrici e dalle loro altrettanto affascinanti assistenti, il suo contributo dovrebbe consistere nel sedere ogni giorno al tavolo di un ristorante cinese a scrivere, cioè a rappresentare quell’opera d’arte che è l’essere uno scrittore. La cosa gli riesce il giusto, anzi direi per nulla, ma poco importa. Nei giorni stralunati di quell’estate 2012 (c’ero anch’io in realtà, quell’anno, a Kassel, stordita come il più dilettante dei visitatori!) Vila-Matas scopre un po’ di cose sull’arte, ma, soprattutto, che l’arte non è una cosa: «l’arte» piuttosto «accade, come la vita».

Io non sono Vila-Matas e Bologna, dal canto suo, non è Kassel (tra l’altro, per fortuna). Però anch’io, un giorno sì e l’altro pure, sarò probabilmente seduta al tavolino di un ristorante, diciamo all’Estravagario di via Mascarella, a rappresentare l’artista-di-fianco-alle-sue-opere. Artista felice, più di Vila-Matas nella stessa situazione.

MariAperti

29 agosto – 8 ottobre 2016
MariAperti

9 scatti dove il MareAperto è una forma dello spazio e dell’avventura, il luogo aperto che accoglie tutti, l’orizzonte che chiede di andare, l’apertura in cui viviamo e incontriamo persone e cose, il vuoto necessario perché il presente si riversi in noi.

Questi mari sono oceani di terra e di sabbia, prima ancora che di acqua, perché il nostro mare aperto è qui, lo tocchiamo, lo siamo.

Presso Estravagario, caffè equo-solidale
via Mascarella 81/H, Bologna

Locandina

allestimento mostra

9 opere montate ieri, un pomeriggio di fine agosto, al caffè e ristorante equo-solidale Estravagario.
Il lavoro di allestimento è sapiente grazie a Lucio.
Io faccio del mio meglio, ma sono distratta dalla contentezza, perché questa mostra è nata sotto una stella e un’energia buone.

mostra-9© Rossella Hakim

preparazione mostra

10 scatti (che diventeranno 9) 50 x 75, su cartone 75,5 x 102,5 circa.
Per appenderli, uno spago passa attraverso due fori, fatti con un cavatappi.
Poi ci vorranno martello e chiodi – ma non ora, ora è venerdì sera, l’ultima sera a casa.

La mostra si chiama MariAperti, anche se nelle foto sono presenti sempre anche il deserto, la sabbia, la terra. A volte, c’è solo la terra. Ma non importa, il mare aperto è una forma dello spazio – e anche dell’avventura – prima ancora che un abisso d’acqua. L’acqua lo rende solo più attraente, più pauroso.

Una specie di mostra

Paesaggi, deserti, mari, uno spazio vuoto – l’unico spazio fertile, l’unico possibile per accogliere ciò che vuole riversarsi in noi.

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© Francesca Trippa

Mi preparo a esporre alcuni scatti all’Estravagario, caffè equo-solidale e ristorante biologico in via Mascarella  81/H, a Bologna. Le opere resteranno in esposizione un mese, pare. Dico “pare” ché sono scaramantica.